- Osservazioni
- Sentito assestamenti
- Quota neve m
- 1600
Premetto subito che non ho ben capito se il Monte Paglietta è il primo che si incontra seguendo la dorsale sopra la fascia boscosa, oppure se dal modesto rilievo con l’ometto si deve scendere ad un colle e proseguire verso la cima successiva (che non ha ometti). In ogni caso ho raggiunto entrambe per sicurezza.
I prati sopra Prailles hanno la neve al limite, io ho seguito concatenando i tratti erbosi fino ad arrivare all’alpeggio all’inizio della fascia boschiva. Da qui calzate le racchette si segue senza problemi il pistone fatto nei giorni precedenti; il primo tratto di bosco è ripido e permette di salire velocemente, poi spiana fino al punto in cui si sale a destra sulla dorsale. Appena in cresta, inizia un vento gelido e abbastanza forte, indosso passamontagna e proseguo, stando nel lato esposto a sud quando possibile. La neve in cresta è del tutto sparita, il vento ha lavorato molto, e dove è rimasta sono placche durissime. Come detto ho raggiunto la punta con l’ometto, poi sono sceso alla buona al colletto sottostante, per risalire i bei pendii finali. Qui la neve aumenta di colpo, non mi sento di consigliare la salita per il momento, dato che ho dovuto compiere dei traversi non proprio simpatici, su accumuli e lastroni, sentendo assestamenti… Meglio non rischiare. Ho comunque raggiunto la punta con qualche sudore di troppo nonostante il freddo.
Discesa sul percorso di salita, non proprio entusiasmante per la neve dura con ogni tipo di crosta, più divertente nel bosco con un po’ di farina residua. Al sole scioglie a vista d’occhio.
Bellissimo ambiente, oggi la montagna era tutta mia.
Ultima gita di un anno escursionistico forse irripetibile…
Nota sui gattini di Prailles:
sono ancora vivi e in buone condizioni, li ho sfamati, quello più piccolo ha le zampe posteriori paralizzate, le trascina poveretto. Inoltre c’è un simpatico cane, che lancia le pigne e se le riprende da solo, credo anche lui volesse cibo, è stato accontentato.
Salita in circa 3 ore, foto su www.lafiocavenmola.it (nei prossimi giorni)